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di Elena Simonato CLASSE 1°ALS

Cosa vuoi fare da grande? Che prospettive hai per il futuro? Proseguirai negli studi oppure andrai subito a lavorare? Queste sono solo tré dì un'infinità di domande riguardo a noi e alle nostre vite che ci vengono fatte da parenti e amici, così spesso da riuscire a metterci una confusione tale che alla fine ci spinge a rivolgerle direttamente a noi stessi: ma io che cosa voglio fare da grande? Una frase che ci frulla in tes1646817977760ta quasi certamente dai tempi dell'asilo quando, esclusi i bambini veramente determinati, le nostre idee cambiavano totalmente da un giorno all'altro e da una realtà ad un'altra. Nel mio caso, un giorno volevo diventare principessa, un altro stilista, a volte andavo a dormire, specialmente dopo aver visto un film a riguardo, convincendomi di voler fare la ballerina, svegliandomi però il giorno dopo con il desiderio di diventare una dottoressa.
Ora però penso dì avere un po' più di chiarezza, rispetto ad allora, ma sicuramente il tempo per rivolgermi questa dannatissima domanda, che probabilmente mi si ripresenterà davanti tantissime volte, non mi manca. 

Sono una studentessa del "Marie Curie" di Pergine Valsugana, frequentante il primo anno di liceo scientifico con curvatura ambientale; quest'ultima consiste nell'integrazione di una nuova materia, chiamata ambiente e sostenibilità, che si basa su tutte quelle conoscenze riguardanti il nostro pianeta, ad esemplo l'inquinamento, i cambiamenti climatici, ecc., che ci vengono spiegate attraverso incontri con esperti ed escursioni sul territorio. Sono sicura che tale curvatura potrà incidere sulla maggior parte delle mie scelte future e chissà, forse anche su quelle riguardanti l'ambito lavorativo. Può darsi invece che seguirò una strada del tutto diversa, rincorrendo uno dei sogni che ho fin da piccola, quello di diventare un medico. Devo essere sincera, non ho mai avuto un coinvolgimento particolare ín ambito di operazioni ed interventi, ma, ancora oggi, quando qualcuno della mia famiglia si fa male, sono la prima ad interessarsi riguardo a cause ed a possibili rimedi. Penso che ogni tipo di lavoro sia dignitoso, abbia dei suoi rischi e pericoli e delle conseguenze in caso di possibili errori, ma non metto in dubbio la questione che ce ne siano alcuni, come quello del medico, che, essendo strettamente a contatto con le persone, possano essere più delicati.

UN GIORNO VOLEVO DIVENTARE PRINCIPESSA, UN ALTRO STILISTA, A VOLTE ANDAVO A DORMIRE, CONVINTA DI VOLER FARE LA BALLERINA

Per fare un lavoro del genere bisogna essere molto forti a livello caratteriale, infatti a volte capita di non riuscire in una delle proprie missioni, contribuendo inconsapevolmente a far stare peggio qualcuno. Per come sono fatta io penso di non riuscire a non scaricarmi addosso la "colpa" per qualcosa del genere, sentendomi quindi la causa dell'infelicità di qualcuno e portandomi dietro questo dispiacere per tanto tempo. Inoltre il percorso di studi da affrontare è senza alcun dubbio molto difficile e lungo, soprattutto se si vogliono intraprendere delle specializzazioni. Credo mi corrisponda: assistere chi sta male e ha bisogno di aiuto, essere utile alla gente, ascoltarla nel momento del bisogno, contribuire a far tornare un sorriso sul volto di un bambino, partecipare alle scoperte della scienza ed essere d'aiuto al benessere della collettività.
Per il momento, l'unica certezza è che sarò io e soltanto io a decidere ciò che è meglio per me e per il mio futuro, non facendomi influenzare quindi dalle decisioni delle persone che mi stanno vicino. Un proposito che fino ad oggi sono riuscita a rispettare.